Simone è sempre stato un’amante dello Stand up Paddle sin dalla sua apparizione sulle nostre spiagge, poi però un brutto incidente in moto lo ha costretto sulla sedia a rotelle, e dopo un lungo periodo di convalescenza ha ripreso a pagaiare a modo suo, inventandosi grazie alla collaborazione con Rrd, una tavola speciale, che gli ha permesso di continuare a portrare avanti la sua passione.

Si sente spesso parlare di “Resilienza”, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità, e Simone in questo è diventato un maestro, dandoci ogni volta che taglia il traguardo una lezione di vita che non lascia mai indifferenti.

 

Ecco perchè abbiamo deciso di scambiarci due parole:

 

Ciao Simone, come ti sei avvicinato al mondo del Sup?

 

Nel 2010, prima del mio incidente, frequentando gli amici di Spot1 alle Gorette, mi sono imbattuto in una grande tavola con cui, semplicemente stando in piedi e remando, si poteva andare in mare con grande facilità, almeno apparente. Fu amore a prima vista ed infatti di lì a poco ne avrei comprata una. A metà del 2011 ho avuto un incidente stradale con conseguenze  permanenti e da allora vivo su una sedia a rotelle .

Mi piaceva moltissimo andare in sup e doverci rinunciare per colpa della nuova situazione non mi sembrava accettabile per cui ho provato, insieme a mio figlio ed un po’ di amici, a cercare una soluzione che mi permettesse di tornare ad andarci. La soluzione è stata autocostruire un seggiolino, che adesso è anche in fase di brevetto, con cui riesco ad andare in sup ed a partecipare anche a qualche gara. No vi dico la soddisfazione.

Che tipo di materiale usi?

 

Utilizzo un seggiolino rigido che tramite una base d’appoggio viene ancorato alla tavola, il tutto mi permette da seduto di pagaiare liberamente.

Rispetto alla tavola invece  utilizzo un sup Palinuro 9,8 oppure un granturismo 12” entrambe di RRD opportunamente modificate da permettere l’ancoraggio del seggiolino. A questo riguardo ci tengo molto a ringraziare la RRD per la disponibilità dimostrata sia nel fornirmi parte del materiale che nel venire incontro alle esigenze di adattamento delle tavole.

Parteciperai alle gare nella stagione 2017?

 

Ho grande voglia di mettermi in gioco e partecipare a più gare possibile perché sono momenti molto divertenti ed interessanti in cui mi sento bene e soprattutto spero che il farmi vedere generi quel minimo di interesse da cominciare a far parlare della  possibilità del Sup per disabili

Come vedi la scena dello stand up in Italia per i diversamente abili? e quali prospettive ci potranno essere dopo l’ingresso nel Coni?

 

Attualmente non mi risulta che esista niente che  riguarda il Sup e la disabilità in Italia e spero che i nuovi assetti federativi, vista anche la presenza del Coni, portino novità in questo senso.

Personalmente credo che lo Stand up paddling sia una  disciplina sportiva che ben si adatta alla disabilità. Nella  mia esperienza, io sono paraplegico con lesione media, con  modifiche relativamente semplici riesco ad andare in mare con grande soddisfazione fisica e soprattutto psicologica.

La sensazione di ritorno alla normalità è impagabile e se a questo aggiungiamo poi tutti normali i benefici dell’attività sportiva ed il gioco è fatto. Per me il poter praticare questo  sport è, per così dire, un pezzetto di ritorno alla normalità e questa è una sensazione impagabile.

Mi auguro che il Coni e le istituzioni federali recepiscano questi messaggi e che pongano tutta l’attenzione dovuta a questa disciplina sperando che venga promossa a “olimpica” e quindi anche “paralimpica”. Mi piacerebbe molto che qualche altro disabile provasse ad andare in sup e scoprisse quanto è divertente, e poi magari saremmo in due a darci  “battaglia” nelle gare.

 

Che richieste ti senti di fare alla nuova federazione, per promuovere la partecipazione di persone con problemi motori?

 

Il fenomeno sup è in grande espansione ed il numero dei praticanti è in netta crescita proprio per la facilità d’approccio ed il divertimento immediato.

Per questo mi sentirei di chiedere maggior attenzione in generale ma soprattutto per le persone con difficoltà perché la disciplina si presta in modo particolare all’essere praticata proprio da chi ha disabilità motorie in genere. Alla stregua del canottaggio e/o canoa, con modifiche  contenute si riesce ad avere buona autonomia e libertà di pagaiata. Ovviamente chiederei anche la creazione di categorie e classifiche per disabili adeguate al tipo di disabilità.